Immagine del tempio e mistica cristiana
Le
generalizzazioni con le quali si valutano i fenomeni storici, sono sempre
imprecise. Se noi dovessimo dire che tutte le chiese cattoliche sono come quella
illustrata nella foto a sinistra, evidentemente ci sbaglieremo. Ugualmente, se
dovessimo dire che tutte le chiese ortodosse rispecchiano l'ordine e l'armonia
di quella illustrata nella foto a destra.
La realtà, spesso, è una
commistione di elementi. Ciononostate, a volte è utile fare un discorso
tranciante perché aiuta a focalizzare alcuni elementi-base che hanno
generalmente orientato gli spiriti.
Il discorso che riporto di seguito
dev'essere letto in questo senso, non tanto in modo polemico o rivendicativo di
una parte contro un'altra. E' interessante l'accenno tra la mistica vissuta e
immagine esteriore del tempio. Quello che conta in quest'analisi è individuare
le cause di un fenomeno ed, eventualmente, riequilibrare personalmente certi
atteggiamenti religiosi. D'altronde, queste parole aiutano a spiegare
perché certe architetture ecclesiastiche moderne sono fin troppo
fredde.
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Tanto in Oriente come in Occidente
esiste una mistica ecclesiale ufficiale, abbiamo una mistica ortodossa e una
mistica cattolica. Ed è appunto la differente struttura dell'esperienza mistica
che viene adotta a spiegare della diversità che caratterizza le vie seguite nel
corso della storia dall'oriente ortodosso e dall'occidente cattolico.
C'è in effetti una profonda
differenza nell'atteggiamento originario con cui ci si pone di fronte a Dio e al
Cristo.
Per l'occidente cattolico, Cristo è
un oggetto che si trova al di fuori dell'anima dell'uomo, è il termine cui
tendono certe nostre aspirazioni e, in quanto tale, viene fatto oggetto d'amore
e d'imitazione. E' appunto per questo che l'esperienza religiosa cattolica si
caratterizza come una tensione dell'uomo verso l'alto, verso Dio. L'anima
cattolica è gotica. La passionalità e la capacità d'infiammarsi si accompagna
costantemente in essa con una sensazione di freddezza. L'immagine concreta ed
evangelica del Cristo e della sua passione è intimamente vicina all'anima
cattolica. L'anima cattolica è appassionatamente innamorata del Cristo e imita
la sua passione, fino al punto di ricevere nel proprio corpo le sue stigmate. La
mistica cattolica è totalmente legata ai sensi, in essa v'è una sorta di
tormento e di languore, e la sua via è quella dell'immaginazione sensibile.
L'elemento antropologico naturale raggiunge in essa il suo punto di massima
tensione. L'anima cattolica grida: Gesù, Gesù mio, mio diletto, amato mio.
Nel tempio cattolico come
nell'anima cattolica del resto, si avverte una sensazione di freddo: è come se
Dio stesso non scendesse e non entrasse in questo tempio e in quest'anima. E
l'anima allora, nella sua passione e nel suo tormento, vuole essere lei a salire
e a raggiungere il proprio oggetto, l'oggetto del proprio amore. La mistica
cattolica è romantica, è tutta pervasa da un tormento romantico. La mistica
cattolica è una mistica della fame che non conosce la sazietà, sa perfettamente
cos'è la passione amorosa ma non conosce il matrimonio. L'atteggiamento
cattolico nei confronti di Dio inteso come un oggetto, come il termine di
un'aspirazione, è ciò che determina la dinamicità esteriore del cattolicesimo. E
l'esperienza cattolica crea una cultura che porta evidentemente impressi i segni
di questo amore per Dio e di questo tormento per Lui. Nel cattolicesimo,
l'energia si riversa tutta nelle vie dell'azione storica, non resta chiusa
nell'interiorità perché Dio non entra nell'interiorità del cuore, e il cuore
cerca di raggiungere Dio seguendo le vie del mondo e del suo dinamismo.
L'esperienza cattolica genera la bellezza partendo dalla fame spirituale e da
una passione religiosa inappagata.
Per l'oriente ortodosso, invece,
Cristo è un soggetto, egli si situa all'interno dell'anima umana, e l'anima
accoglie Cristo dentro di sé, nelle profondità del suo cuore. Nella mistica
ortodossa è impossibile ogni sorta di passione amorosa per Cristo, così come è
impossibile l'idea di una sua imitazione. Nell'esperienza ortodossa, più che un
tendere a Dio, ci si prostra davanti a Lui. Il tempio ortodosso, come l'anima,
del resto, è tutto il contrario del gotico. Nell'ortodossia non c'è né freddo né
passione. Nell'ortodossia c'è una sorta di tempore, c'è persino troppo caldo.
Per la mistica ortodossa, l'immagine concreta ed evangelica del Cristo non è poi
così vicina. La mistica ortodossa non è legata ai sensi e anzi ritiene la
sensibilità un "inganno", arrivando fino a negare del tutto l'immaginazione, che
viene considerata una via nettamente sbagliata. Nell'ortodossia non si può dire:
"Gesù mio, mio diletto, amato mio. Cristo discende nel tempio ortodosso e
nell'anima ortodossa e la riscalda. E nella mistica ortodossa non v'è alcuna
passione tormentosa. L'ortodossia non è romantica, è realista e sobria. La
sobreità e la temperanza è appunto la via mistica dell'ortodossia. L'ortodossia
è sazia, spiritualmente appagata. L'esperienza mistica ortodossa è quella del
matrimonio e non quella della passione amorosa. L'atteggiamento ortodosso di
fronte a Dio è quello di chi si pone davanti ad un soggetto che viene accolto
nelle profondità del proprio cuore; la spiritualità interiore di
quest'atteggiamento non produce un dinamismo verso l'esterno, è totalmente
rivolta ad una comunione interiore con Dio. L'esperienza mistica ortodossa non
favorisce la cultura, non crea la bellezza. Nell'esperienza mistica ortodossa
c'è una sorta d'incapacità di parlare al mondo esterno, una mancanza
d'incarnazione. L'energia ortodossa non si riversa sulle vie della storia. La
sazietà dell'esperienza ortodossa non agisce all'esterno, l'uomo non tende le
proprie forze e semplicemente non tende a nulla.
In questa differenza delle due vie
dell'esperienza religiosa si cela un grande mistero. [...]
Esiste una mistica ortodossa
ufficiale e ne esiste una cattolica ufficiale, ma la natura della mistica è
sovraconfessionale. La mistica si situa sempre su un piano più profondo di
quello delle discordie e delle contrapposizioni tra le varie confessioni
ecclesiali. Ma le diversità tra le varie forme di esperienza mistica possono
generare delle divisioni ecclesiali.
D'altra parte è solo immergendosi
sempre più profondamente nella mistica che si può rivitalizzare la vita
ecclesiale e che ci si può contrapporre alla sclerotizzazione della Chiesa
visibile.
Le radici vive della Chiesa sono
nella mistica.
Nikolaj Berdjaev, Il senso della creazione,
Milano 1994, pp. 367-370.