Le tappe principali della vita spirituale e la Preghiera di Gesù
Nuovo ValaamIncontro
con Padre Michele Le tappe principali della vita
spirituale e la Preghiera di Gesù
Il mio ultimo colloquio con Padre
Michele, al Nuovo Valaam, è stato il più intenso e istruttivo. Il Padre aveva
allora più di ottant'anni, ma era sempre giovane di cuore. Da molti anni già era
megaloschema. Questa professione solenne, detta «angelica», è
propria della Chiesa d'Oriente. Nella Chiesa Latina, i Reclusi degli Eremiti
Camaldolesi corrispondono più o meno ai megaloschemi. Solo alcuni pochi
professi solenni sono ammessi a questa professione angelica, soprattutto in
Russia: per ottenerlo, bisogna essere un vero "spirituale".
Stavo
seduto nella sua cella. Era una tiepida sera d'agosto: il sole calava dall'altra
parte del lago, dietro le interminabili foreste. Il silenzio profondo mi
ricordava il quadro di Levitan Riposo eterno.
- Ditemi, Padre
Michele, quali sono le tappe principali della vita spirituale?
- Il
Padre Arcadio ve le ha già spiegate nel monastero di Pecerskij. Nessuno può
salvarsi senza l'umiltà. Ricorda che, fino alla fine della vita, commetterai
peccati, gravi o leggeri: sarai collerico, vano, bugiardo. Come potresti
inorgoglire, quando sai bene che tutti i giorni pecchi e offendi il tuo
prossimo? Quando cadi in peccato, pentiti: e così ogni volta; fino alla fine. Se
farai questo, non cadrai mai nella disperazione, ma gradualmente giungerai alla
pace profonda dell'anima.
Per
questo, dobbiamo sorvegliare sempre i nostri pensieri: essi sono ora buoni, ora
malvagi. Non seguire mai questi ultimi. Appena compare una tentazione,
colpiscila subito con la Preghiera di Gesù, come con una
spada. Se invece tu cominciassi a considerarla, essa si attaccherebbe a te, e vi
prenderesti interesse o ne saresti dominato. A poco a poco l'accetteresti, per
metterla in atto, e, alla fine, sarebbe il peccato.
Ci sono
pensieri che sulle prime appaiono innocenti, ma possono condurre alle grandi
tentazioni e ai peccati più gravi. Un giorno ho sentito riferire che in un
convento di Ufa, nell'Ural, viveva una monaca molto spirituale. Cappellano del
convento era un sacerdote vedovo, di una sessantina d'anni: un ottimo prete.
Una sera questo cappellano, mentre si concava, ricordò improvvisamente una
scena di trent'anni prima, del tempo in cui era sposato, e aiutava la moglie a
mettere a letto i bambini. Questo ricordo lo intenerì. Ma poi ricordò sua moglie
e la vita con lei, e i suoi pensieri si rivolsero verso soggetti poco
convenienti per un sacerdote vedovo. Terrificato, egli passò tutta la notte in
preghiere e in metanie. L'indomani, l'anziana monaca chiese di vederlo e
gli disse: «Ditemi, Padre, quale tentazione terribile vi ha assalito ieri? Ho
visto dei demoni attorno a voi». Il cappellano le svelò sinceramente quel che
gli era accaduto. Ecco dove possono condurci pensieri che sembrano innocenti.
Gli psichiatri parlano di psicanalisi, ma noi, senza la loro scienza, possiamo
distinguere il bene dal male; e per questo, invocare Dio incessantemente:
«Signore Gesù Cristo.
Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore».
L'apostolo
Paolo dice che chi confessa che Gesù Cristo è Figlio di Dio, e lo invoca
incessantemente, sarà salvato. Pratica dunque, amico mio, la Preghiera di Gesù come meglio puoi,
e sarai gradualmente pacificato: il segno di questo stato sarà per te la pace
profonda dello spirito, una tranquillità quasi inalterabile.
- E che
cosa accade, poi, Padre Michele? chiesi allora allo
starec.
- Allora,
ascolta. Ci sono due specie di tranquillità.
La prima è il
silenzio ordinario, esteriore; ed è già buonissima cosa: se non altro, un
silenzioso non scandalizza e non offende il prossimo. Ma questo non basta: i
Padri del deserto dicevano che un eremita, confinato nella sua caverna e che
non vede nessuno, è simile a un serpente velenoso nel suo nido, se ricorda,
pieno di collera, le offese che gli sono state fatte in passato.
La seconda forma
di tranquillità è il silenzio interiore. I Padri stessi dicevano che gli
Anziani, che pure parlavano da mattina a sera, custodivano sempre il silenzio
interiore, poiché dicevano solo cose edificanti per gli altri e utili per se
stessi. E’ questo il silenzio interiore. Fa' ogni sforzo, Serezenka, per
arrivare a questo silenzio. Quando avrai raggiunto questo stato, e cesserai di
giudicare il tuo prossimo, allora alzati e ringrazia Dio per questo dono. Sarai
vicinissimo alla purezza del cuore: e tu sai che i puri di cuore possono vedere
Dio.
C'è anche
un'altra via: quella delle lacrime di
grazia. Queste lacrime non sono come quelle che piangiamo dopo la
perdita di qualche nostro parente o amico, o leggendo un buon libro, o dopo
aver ascoltato una predica. Le lacrime di grazia
scorrono come un ruscello, inarrestabili, per due anni e più; esse bruciano in
noi ogni impurità, e portano nell'anima una grande gioia, e la visione di
Dio.
- Che
cosa vuoi dire «vedere Dio», Padre Michele? E’ una metafora, o è qualche cosa
di più?
Il Padre Michele
mi osservò come un esaminatore, e si fece pensoso.
-
Certo, nessuno ha mai visto Dio. Il Figlio che riposa nel Padre ce l'ha
rivelato. Ma noi possiamo almeno contemplare la
gloria di Dio, l'inaccessibile e increata luce del Tabor, che i tre
apostoli prescelti hanno contemplato sulla Montagna. La stessa luce è stata
vista da Motovilov mentre
discorreva con san Serafino di Sarov.
E’ la discesa dello Spirito Santo. Si dice anche: «I Cherubini e i Serafini
stanno alla presenza di Dio e si coprono la faccia». Dio in se stesso,
l'Essenza divina, noi non possiamo né vederlo né comprenderlo. Possiamo però
contemplare il Regno di Dio venuto nella sua forza, la discesa dello Spirito
Santo. E’ il caso di Motovilov, e di san
Tichon prima della sua consacrazione episcopale. Anche il Padre
Antonio Putilov, di Malojaroslavic, ha contemplato, ancora adolescente, la
discesa dello Spirito Santo. Non parlo delle visioni di san Simeone il Nuovo Teologo e degli altri
mistici. Tuttavia questa luce taborica ben pochi possono vederla; bisogna essere
prescelti da Dio per questo.
-
Ditemi, Padre mio, ci sono oggi asceti che vedono questa luce del
Tabor?
- E
perché no? Devo ritenere che di questi giusti ne esistano anche oggi. Ma a che
scopo ci poniamo troppe domande? E’ curiosità. Se credi che questa luce qualche
volta si manifesta, questo basta. Beati quelli che credono senza vedere.
Motovilov vedeva questa luce come l'uverenie, il segno.
- E che
cosa vuoi dire uverenie, Padre?
- Ecco
un episodio della vita dello starec Daniele di Atcinsk, eremita
siberiano, assai stimato da san Serafino. Una ricca giovane siberiana, diretta
dallo starec Daniele, aveva deciso dì farsi monaca. Visitò diversi
monasteri, nella Russia europea e in Siberia, senza giungere a una decisione: in
quale avrebbe dovuto entrare? Allora andò a trovare lo starec Daniele per
chiedergli di indicarle un convento. Lo starec rispose: «Se io ti indico
un convento che non ti piacerà, più tardi penserai: Io non sarei mai entrata qui
senza l'ordine dello starec; e sarai irritata contro di me e
insoddisfatta di te stessa. Continua a cercare, e quando avrai trovato il
monastero predestinato, il tuo cuore si
allieterà, e questo sarà per te l'uverenie». Questo accadde in
effetti quando la giovane visitò il monastero delle Vergini di Irkutsk: il suo
cuore trovò la gioia, ed ella rimase là. Più tardi divenne l'Abbadessa
Susanna.
Io penso,
Serezenka, che la tua vera vocazione sia la stessa che san Serafino indicò al
Padre Timon, Abate di Nadeev, dicendogli: «Semina la buona novella dovunque,
lungo le strade, tra le piante nocive, sulle pietre e nella buona terra. Qualche
cosa crescerà pure, e porterà dei frutti, fino al centuplo». Bisogna
continuamente sforzarsi di raggiungere la pace dell'anima, poiché in un'anima
lacerata dalle passioni e dal peccato non c'è nulla di buono. Quando saprai
dominare te stesso e sarai divenuto saggio, allora riuscirai a fare molte cose.
Ti ho parlato del silenzio interiore: è
una vera reclusione, una autentica vita eremitica, mentre la Preghiera di Gesù è il servizio
divino compiuto incessantemente nel tempio del tuo cuore: là dove è
anche il Regno di Dio.
Tratto da: Sergio Bolsakov,
Incontri con la preghiera del cuore, ed. Ancora - Milano, a cui si
rimanda per l'approfondimento.
TEOFANE IL RECLUSO, DIARIO DELLA PREGHIERA
TEOFANE IL
RECLUSO
DIARIO DELLA
PREGHIERA
Parte I
Il
testo "Varie
ispirazioni durante la preghiera» fa par te delle "Lettere" in quanto è uno
scritto inviato a un figlio spirituale per dargli un esempio di come dovrebbe
scrivere il suo diario della vita spirituale. L'autore è Teofane stesso anche se
usa la figura retorica di "un uomo". Sotto forma di annotazioni di diario della
preghiera, Teofane imitando lo stile delle Centurie dei
Padri della Filocalia offre il riassunto
della sua antropologia e teologia delle "cose da credere" e da meditare. In 162
piccoli paragrafi, ripercorre le tematiche principali della vita spirituale:
esortazione al combattimento spirituale, alla purificazione, al ricordo costante
di Dio, indicazioni per il discernimento degli spiriti, eccetera. Le immagini
sono particolarmente significative: il cuore come una spugna, le passioni come
l'umidità sulla legna che le impedisce di accendersi all'amore di
Dio.
Vi ho Scritto parecchie volte di annotare su un quaderno speciale i pensieri che vi vengono durante la preghiera o anche al di fuori di essa; tali pensieri sono brevi, vengono ma non se ne allontanano presto, occupano la mente e il cuore e con la loro immagine fanno bene all'anima. Per Stimolarvi a questa diligente occupazione e per darvi un esempio, vi invio un quaderno nel quale, a suo tempo, un uomo scriveva simili pensieri. Guardate come si fa e fate altrettanto!
Vi ho Scritto parecchie volte di annotare su un quaderno speciale i pensieri che vi vengono durante la preghiera o anche al di fuori di essa; tali pensieri sono brevi, vengono ma non se ne allontanano presto, occupano la mente e il cuore e con la loro immagine fanno bene all'anima. Per Stimolarvi a questa diligente occupazione e per darvi un esempio, vi invio un quaderno nel quale, a suo tempo, un uomo scriveva simili pensieri. Guardate come si fa e fate altrettanto!
1) Il cuore è come una
spugna, piena di diversi liquidi. Spremiamola, e il liquido uscirà. Stiamo
attenti al cuore; le stimolanti impressioni e le situazioni della vita corrente
che escono dal cuore sono buone o cattive: dipende da ciò che conserva quella
parte del cuore alla quale prestiamo attenzione. Osservalo. Questo può condurre
alla buona conoscenza di te stesso.
2) A volte accade che
qualcuno, dove capita, venga allontanato da tutti. Ciò è immagine della
coscienza colpevole; quando essa si rivolge a Dio scopre che egli avverte il suo
volto; va allora dagli Angeli e dai santi, ma anch'essi non vogliono vederlo; si
rivolge agli uomini con i quali vive e anche questi sembrano comportarsi con
dispetto verso di lui; si rivolge a se stesso e non trova niente che possa
consolarlo. Accade già così come accadrà, poi, nell’al di là? Tienilo spesso
presente nella mente.
3) Hai esaminato il
caso di una speranza fallita? Guai, come è desolante! L'hanno sperimentato le
vergini stolte. Speravano di incontrare lo sposo e non vi sono riuscite. Questo,
in sé, non sarebbe così pesante. potrebbero consolarsi con la speranza di
vederlo in qualche modo. Ma il guaio sta nel fatto che lo stesso Sposo le ha
ripudiate per sempre. Queste vergini non erano peccaminose ma mancava loro
qualche cosa di molto necessario. Che cosa? Dobbiamo pensarci ora, quando c'è
ancora tempo per rimettere in ordine ciò che manca, per non avere noi stessi una
tale esperienza.
4) Accade, a volte,
che a scuola, durante gli esami, si suppone che qualcuno conosca bene una certa
materia, ma quando viene interrogato non pronuncia neppure una parola, si
realizza il "nulla" del vuoto. Sta attento a che non ti succeda una cosa simile
quando ti chiameranno a quell'esame che non può essere ripetuto. Qui la cosa è
ancora riparabile, ma là non sarà più possibile la riparazione.
5) Incombe la miseria
della dannazione? Sì, perché anche Satana è dannato. Quindi neanche tu puoi
supporre di avere il privilegio della non dannazione se ti sei caricato con il
peso dei peccati. Allora che cosa c'è da fare? Bisogna correggersi, chiedere misericordia senza posa, similmente alla
vedova davanti al giudice.
6) Guardando i
peccati, senti la testa bruciare, il corpo gonfio, livido, pieno di cattivo
odore e, intorno a te, tenebre profondissime.
7) Il Signore è sulla
croce. Mettiti davanti a lui e, riflettendo, pensa con quale sguardo si
rivolgerebbe a te il Signore dalla croce. Rimani il più a lungo possibile in
questa posizione e la tua coscienza ti dirà ciò che devi
capire.
8) Fu detto
dell'antico Israele: È divenuto pingue, largo, "ma ha dimenticato il Signore".
Lo stesso vale anche per i figli del nuovo Israele, quando essi, contenti di ciò
che possiedono, vivono nell'incuria e nella negligenza nel soddisfare il
Signore; sono sazi e riposano.
9) Dio si trova, per
te, a seconda di dove tu riponi la tua speranza. e allora Se sono le ricchezze,
allora le ricchezze sono il tuo Dio. Se desideri il potere, allora il potere è
tuo Dio. Se speri in un'altra cosa, questa è per te Dio. Se il vero Dio vuole
convertire qualcuno a se stesso, distrugge prima i falsi dèi, facendo in modo
che si capisca che non si può sperare in essi. Allora convertiti presto e
sinceramente a Dio!
10) Nella vita
naturale accade così: il servitore ritenuto colpevole dopo essere stato
scacciato, viene accolto di nuovo a condizione che confessi la sua colpa e
prometta di comportarsi bene. Lo accettano anche la seconda volta, commossi
dalle sue preghiere e dalle promesse. Lo accettano anche per la terza e quarta
volta e, in seguito, fin quando non si esaurisce la pazienza e la benevolenza.
Ma se lui ricade sempre nelle stesse colpe, essi alla fine gli diranno: Va' via
e non darti arie, non possiamo più crederti! Non potrebbe accadere lo stesso con
un peccatore, che cade molte volte negli stessi peccati, ma non smette di
ricaderci? Rifletti su tale figura di uomo che è colpevole di tante
ricadute!
11) Accade che a
qualcuno viene affidata l'amministrazione dei beni. Egli si sente superiore,
progetta diversi piani, li scambia l'uno con l'altro, non cura gli interessi
della proprietà, ma agisce secondo la propria fantasia; fatica molto, ma non si
può parlare con lui e i beni sono presto dissipati. Lo stesso succede nella vita
morale quando uno soffre di fantasticherie mentali; egli non è povero, fa delle
opere, ma non si può ragionare con lui; tutto ciò che fa non è finalizzato, è
come pula nel vento.
12) Dove arrivò colui
che non aveva la veste nuziale? Già si era seduto a tavola, ma come è finito?
Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre. Su questo
riflettano spesso quelli che credono di essere importanti.
13) Qualche
opera, fatta bene manualmente, viene lodata da tutti. Ma un buon conoscitore vi
getta lo sguardo e subito scopre che è falsa, per colpa dell'errore o
dell'ignoranza o anche fatto appositamente. Lo stesso succede nella vita morale:
alcune azioni appaiono molto buone e lodevoli, altre vengono stimate persino
sante. Ma un buon conoscitore subito analizza l'opera e da poche sue parole
riconosce la persona.
14) Ricordati da dove
sei caduto! È un avvertimento che si sente nella coscienza di chi ha cominciato
l'opera della sua salvezza ma è progredito poco; si è lasciato distrarre ed è
ritornato a ciò che faceva in precedenza o, ancora, a cose peggiori. Quanto è
amaro questo!
15) Qualcuno che
ritorna sul cammino della penitenza, comincia a soffrire in se stesso: gli
sembra che tutto cada dalle sue mani perché le sue forze sono indebolite e viene
ostacolato dalle precedenti abitudini. Allora spontaneamente sospira: «Tu che
tieni la bilancia del giudizio, Signore, salvami! »
16) Che cosa è lo
spirito, se viene posto sotto il dominio dell'anima e del corpo? E cosa sono
l'anima e il corpo se si trovano sotto il dominio dello spirito? Lo può
giudicare ognuno dalla propria esperienza. Il passaggio dalla sfera della carne
a quella dello spirito ci viene mostrato da santa Pelagia, santa Maria Egiziaca,
santa Taisia, san Mosè Mauro, san Davide, e da tanti altri.
17) Sotto l'influsso
dell'economia dell'incarnazione del Signore Gesù Cristo stiamo realizzando
un'opera di estrema importanza nel mondo, nell'umanità e in ogni uomo
particolare. Per partecipare a questa disposizione siamo condotti anche noi
dalla onnipotente mano di Dio. Perciò non è lecito prendere alla leggera non
soltanto la vita stessa, ma neanche ogni singola azione, quando ricordiamo dove
questa deve tendere. Del tempo non dobbiamo perdere invano neppure un solo
minuto. Come nelle piante, così nel corpo animale non passa neppure un momento
che non si verifichi ciò che è necessario per la vita in generale e per ognuna
delle sue parti. In loro succede senza conoscenza e senza libera volontà, ma la
creatura razionale deve fare lo stesso nell'ordine morale e religioso in modo
indipendente, consapevole e libero.
18) L'uomo che
lavora con l'anima, sia come esperto in qualche materia sia come artista, spesso
sacrifica per le sue opere tutto ciò che è divino, in particolare la preghiera,
il pensiero a Dio, le opere di devozione. Tu, al contrario, colloca allora la
speranza nell'opera del Signore e nelle tue forze.
19) Dato che ogni
peccato viene giudicato, il peccatore dovrebbe sentirsi come si sente un
condannato, come uno contro il quale è stato pronunciato il verdetto di morte e
gli rimangono solo pochi minuti prima dell'esecuzione, prima che si aprano le
porte ed entrino i giustizieri.
20) L'azione della
grazia dello Spirito santo precede il perdono dei peccati e la purificazione del
cuore dalle passioni. Il perdono e la purificazione precedono l'odio per tutto
ciò che è peccaminoso e questo odio è preceduto dal sentimento di condanna del
rigetto da Dio. Quest'ultimo si manifesta quando si sveglia la coscienza e,
sotto l'influsso del timore di Dio, l'uomo comincia a riflettere su tutte le sue
iniquità e le irregolarità della sua vita. La cosa principale è il risveglio del
timore di Dio. Tali sono gli elementi del progresso nello spirito. Essi sono
vivificati dall'influsso della grazia.
21) Il patriarca
Giacobbe lavorò sette anni per ottenere Lia e sette anni per Rachele. Lia è
immagine della vita pratica, Rachele della vita contemplativa. L'una e l'altra
si raggiungono con fatica.
22) L'uomo al quale
viene mostrata mancanza di rispetto e freddezza diviene scontento e irritato. E
Dio? Rimane presente dovunque, anche se da parte nostra non possiamo gloriarci
di una continua attenzione verso di lui e di una calda relazione con lui da
parte del nostro cuore.
23) A chi si
trova al proprio posto, la vita si presenta come stabile ed egli è contento. Ma
se accade che perde il suo posto, si trova completamente nei guai. Esiste il proprio posto anche nella vita
spirituale. Chi vi rimane è contento interiormente, ma chi lo abbandona
comincia a sentire subito delle sofferenze interiori, più terribili e dannose di
qualsiasi disgrazia esterna.
24) Chi si comporta
come deve, colui che si sforza e non si risparmia, è attento a se stesso e
alimenta nel cuore sentimenti religiosi. Appena comincia a risparmiarsi dalle
fatiche della vita devota viene come conseguenza un turbamento nei pensieri e
una freddezza del cuore. Se non arresta il cammino su questa strada, cadrà
presto nell'iniquità e nell'incuria,
nell'insensibilità e nella dissipazione. Lo stato di paralisi di un'anima è un
avviamento alla morte della stessa.
25) Esistono anche
pene spirituali provenienti da Dio: vengono tolti i sentimenti spirituali. Ciò
accade quando il cuore prova gusto per qualche passione, pur avendo la
possibilità di evitarla. Allora diviene incapace di ricevere sentimenti
spirituali; rimane così fino a quando non corregge ogni attaccamento al suo
desiderio passionale.
26) È un sentimento
che si chiama "possesso del mondo": l'uomo dimentica se stesso, comincia a
spostare tutto nel mondo e a riorganizzare, secondo la propria opinione, le
cose, le persone, le situazioni. Il nemico lo mette sul trono e lo trasfigura
nella scimmia del governatore del mondo. Si può immaginare una cosa più ridicola
di questa follia?
27) Nel tempo
della preghiera il nemico suggerisce alla nostra mente alcune opere come se
fossero estremamente necessarie, ma, in seguito, ci convince a lasciare anche
queste e ad andare chissà dove. Bisogna, quindi, avere una stabile convinzione
del cuore nella risoluzione di dare la precedenza a Dio, o almeno alla
preghiera, davanti a tutte le altre cose. A lui deve appartenere ogni tempo, ma
bisogna consacrargli totalmente almeno il breve tempo della preghiera. E anche
questo è poco. Cerchiamo di arrivare a camminare costantemente davanti a Dio,
con timore e con devozione. Egli infatti è dovunque nella sua
grandezza.
28) L'unzione delle
porte con il sangue dell'agnello pasquale è un simbolo anche per noi. Che cosa
significa? Significa la sacramentale unzione delle nostre anime con il sangue
del Signore Salvatore nel santo battesimo. Bisogna pregare, affinché quel sangue
penetri ovunque in noi e con esso sia segnato tutto nello spirito, nell'anima,
nel corpo. Ci proteggerà davanti al giudizio che dovrà decidere sulla nostra
vita o morte eterna.
29) La preghiera può essere mentale, ossia
intellettuale, o del cuore, preghiera del
sentimento. La prima non riesce mai a essere pura e indisturbata. Soltanto il
sentimento può procurare alla preghiera queste proprietà, e ciò accade quando il
cuore è pienamente compenetrato con qualche sentimento religioso. Si tratta di
un dono di Dio, ma anche noi dobbiamo preoccuparci di introdurre nel cuore tali
sentimenti, specialmente prima di pregare. La preghiera, poi, riscalderà questo
sentimento consentendo, così, di procedere giustamente.
30) Per progredire
nella penitenza si comincia con il doloroso pentimento di aver offeso Dio con i
nostri peccati. Segue la decisione di non peccare per il futuro; ciò è più
importante del semplice pentirsi del fatto che ci distruggiamo con i peccati;
anche questo sentimento ha il suo posto durante la penitenza e la
conversione.
31) Chi non
sperimenta l'azione dello Spirito santo nel cuore vede messa in discussione la
propria salvezza. Tale situazione può anche dipendere dal fatto che nell'anima
non vi è nulla. Ma di solito lo Spirito santo non manifesta apertamente le
azioni della sua grazia fino a quando c'è il pericolo che l'uomo possa
considerare questo bene come procurato da se stesso.
32) Vi sono due
specie di assoluzione dai peccati: quello misterioso e quello ontologico, come
se fosse fisico. Nel primo caso si assolve la coscienza e l'uomo si sente
gioiosamente assolto da ogni condanna per i peccati. Nel secondo caso si assolve
la natura da tutte le passioni che la legano. A questo secondo conducono le
pratiche ascetiche della mortificazione, le opere di beneficenza e la preghiera.
Ciò può essere definito epitimia divina fisica, anche se il sacerdote non
impone quella ecclesiale; ma se la impone, per mezzo di essa l'epitimia
divina viene ad abbreviarsi. A ottenere questa assoluzione per i defunti
provvedono le preghiere della Chiesa e le opere di beneficenza, fatte per
essi.
33)
"Vacate" e vedete che io sono Dio."Vacare" significa scacciare dall'anima
tutto ciò che potrebbe velare il volto di Dio contemplato con la mente insieme
con i sentimenti corrispondenti, scacciare tutto ciò che devia l'attenzione e il
sentimento da Dio. Ma come si può vacare in questo modo durante le opere?
Eseguirle con le
disposizioni che ti vengono imposte da Dio e non con quelle che provengono dalla
propria iniziativa o da qualche stimolo proveniente dal di
fuori.
34) Il nemico opera
senza posa presso di noi. La sua prima opera è di tenerci occupati con qualche
cosa di secondario, anche se non cattivo, sottraendoci da quelle principali,
dall'unica necessaria. Quando ha successo in questo, comincia a suggerirci anche
le sciocchezze; passo per passo le introduce nei nostri pensieri e nei nostri
sentimenti.
35) Immagina lo zar e
la sala dove riceve. Vi sono entrate molte persone di vario genere con lo scopo
di chiedergli qualche cosa. Ma invece di rivolgere le domande allo zar, alcuni
guardano dalla finestra, altri raccolgono cose inutili, altri godono della
bellezza della sala, altri disputano. Vi è molta confusione, ma quasi nessuno
guarda lo zar. Di questo tipo sono spesso le nostre riunioni in chiesa e le
preghiere a casa. Eppure tutti si lamentano che le loro preghiere non vengono
esaudite!
36) Dio costruisce il
suo castello spirituale nel cielo. Il materiale viene preparato qui, sulla
terra, nella Chiesa di Dio, dalle anime umane. La loro idoneità si manifesta
dopo la morte. Ciò che è idoneo si colloca nell'edificio al proprio posto e ciò
che non è idoneo viene rigettato anch’esso nel proprio posto.
37) Come immaginarsi
Dio? Nel cielo, dentro di noi o in un altro modo? In nessun modo. Bisogna
acquisire l'abitudine di essere consapevoli che Dio è dovunque, conseguentemente
anche dentro di te; vede tutto, allora anche i tuoi segreti; rimani in questa
convinzione devotamente davanti al Dio invisibile, senza alcuna immaginazione.
Ma prega affinché Dio stesso te lo insegni.
38) Dio è creatore
dell'uomo interiore. Ma Dio comincia ad agire dentro quando l'uomo riconosce che
non è niente in tutte le sue parti e quando si affida totalmente nelle mani di
Dio, dell'onnipotenza divina.
39) Siamo tutti nel
nostro Salvatore. Egli ci rende misericordioso il Padre e ci manda lo Spirito
santo. Quando ebbe condotto al termine l'economia della salvezza, divenne il
nostro governatore e noi siamo diventati i suoi servi, acquistati con il suo
sangue. Lo senti?
40) Quando senti che
qualcuno parla molto del fatto che uno divenne sazio, si mise a giacere e a
russare, non dimenticare che questa è l'immagine della tua incuria e della
contentezza di sé.
41) La preghiera, in
via abituale, deve essere intesa così come si dice generalmente: si è attaccato
e non lo distrarrai tirandogli le orecchie. Ma può essere anche così: tiralo
anche con la corda, non lo attirerai.
42) Di qualcuno si
dice che si è smarrito. Guarda se non direbbero lo stesso di te gli angeli di
Dio, giudicando come ti comporti rispetto a Lui nella preghiera. Non sei
arrivato a comportarti con troppa disinvoltura? Lo zar terreno, anche quando è
molto misericordioso e benevolo, non può sopportare la disinvoltura e non
permette l'accesso a sé da parte di uno svagato. E pensi che lo Zar celeste ne
gioirà?
43) La soddisfazione
della carne distrugge ogni bene acquisito con fatica. Ciò rassomiglia al caso
del proprietario che, con le proprie mani, rompe il bell’albero che è cresciuto
con molta cura.
44) Cuore - caverna
dei serpenti. I serpenti sono le passioni e il loro abisso senza fondo sono: la
condiscendenza alla carne, mangiare e bere a sazietà; il non far niente, la
pigrizia; l'amore dei beni, delle cose; l'avarizia, il desiderio di guadagno;
l'egoismo, la vanagloria, il desiderio di piacere agli uomini, darsi le arie;
l'ira, l'odio, l'invidia, la malizia; l'eccessiva preoccupazione, la
dissipazione, eccetera. Cosa dobbiamo fare? Appena appare una di queste, battila
sulla testa. Con quale martello? Si chiama: il non
aver compassione per sé.
45) Uno degli
startsi scrisse: Sono simile a
un cavallo che pascola senza padrone, chi vuole mi cavalca; appena quel primo mi
ha cavalcato abbastanza e mi lascia, subito si mette sopra di me un altro e fa
lo stesso, eccetera. Con ciò vuol esprimere il vagabondare qua e là dei nostri
pensieri e, per mezzo di essi, il nemico che cavalca su di noi. Bisogna
aggiungere che fa lo stesso anche per mezzo delle molteplici attività e delle
molteplici preoccupazioni che portano a un incontrollabile
smarrimento.
46) Chi fa penitenza
vede, all'inizio, soltanto i suoi peccati. Ma quando la disposizione interiore
si consolida, comincia a vedere che sotto i peccati vi sono le passioni che
opprimono l'anima. All'inizio sospirava: Signore, abbi pietà di me peccatore; ma,
in seguito, vi aggiunge: Signore, purifica me
peccatore, ossia: Signore,
guarisci la mia anima.
47) Al mistero
dell'annunciazione e dell'incarnazione corrisponde, dentro di noi, l'inizio
della ricerca della salvezza e l'accettazione della grazia che viene dentro di
noi dal seme della nuova vita. Alla natività (del Signore) corrisponde la
formazione del nuovo uomo interiore.
48) Davvero siamo
seduti nelle tenebre e questo non soltanto quando viviamo male, ma anche quando
cominciamo a riflettere sulla salvezza. La vita ci dà occasione di osservarlo e
sentirlo, ma speculando non lo risolveremo.
49) Senti che dicono
di qualcuno: dove si è bloccato? E' un'espressione adatta rispetto ai momenti in
cui i pensieri di un'alta opinione di sé s'impossessano di noi.
50) I
sentimenti di penitenza si manifestano, inizialmente, dall'istinto di
conservazione di noi stessi: "sono perduto"; più tardi mutano nella tristezza di
aver offeso Dio. Bisogna supporre di rimanere così per tutta la
vita.
Continua
......
Diario della preghiera - parte II