IV
V’ho parlato tre volte della preghiera. Ho considerato la preghiera letta con attenzione, quella che consiste nell’elevarci a Dio con la mente e con il cuore ed infine la preghiera che consiste nello stare di fronte a Dio in ardore di spirito. Il Signore ci ha insegnato i vari gradi e generi della preghiera, affinché ciascuno, secondo le sue forze, possa partecipare dei suoi vantaggi. Infatti quella della preghiera è un’opera veramente grande. Essa, come ho detto, è testimonianza della vita spirituale e nello stesso tempo ne è il nutrimento. Perciò è assolutamente necessario cercare di perfezionarla. In parte vi ho ricordato come si possa riuscire nei vari generi di preghiera. Ora vi voglio far presente, per mettervi in guardia, quali siano le difficoltà che s’incontrano, poiché difficilmente potremo riuscire nella preghiera se nello stesso tempo non ci cureremo delle altre virtù.
Se paragoniamo la preghiera ad una sostanza aromatica e l’anima al recipiente fatto per contenerla, sarà evidente che, come in un recipiente forato non può essere contenuta la sostanza aromatica, così anche la preghiera non può resistere nell’anima se questa non è perfetta per mancanza di qualche virtù. Se paragoniamo colui che prega all’insieme del corpo umano, ne seguirà che, come uno privo di una gamba non può camminare, sebbene le altre parti del corpo siano integre, così non può avvicinarsi a Dio o giungere ad Esso con la preghiera colui che non sia dotato di effettive virtù. Penetrate con la mente l’insegnamento degli Apostoli e vedrete che la preghiera per loro non è mai sola, ma è sempre accompagnata da un’intera schiera di virtù. L’Apostolo Paolo prepara il cristiano alla lotta spirituale e lo riveste di tutte le armi di Dio. Osservate quali esse sono: la verità come cintura, la giustizia come corazza, i calzari dell’Evangelo della pace, lo scudo della fede, l’elmo della speranza, la spada della parola di Dio[14]. Ecco i mezzi! E solo dopo averli esposti tutti, san Paolo pone il suo soldato in una fortezza – nella preghiera – dicendo: “pregando con ogni genere di preghiera e di suppliche in ogni tempo con lo spirito”[15]. Certo che con la sola preghiera si possono superare tutti i nemici, ma per essere forti nella preghiera bisogna consolidare la fede, la speranza, la conoscenza della verità, la giustizia e tutte le altre virtù. In un altro passo l’Apostolo, rivestendo di abiti nuziali l’anima, in quanto è la fidanzata di Cristo, dice: “Rivestitevi di viscere di misericordia, di bontà, d’umiltà, di mitezza, di sopportazione, del perdono delle offese, di amore, di pace, istruitevi nella saggezza della parola del Signore”. E poi, quale corona della bellezza, pone sul capo la preghiera: “Cantate salmi, inni e canti spirituali, nella grazia celebrate nei vostri cuori il Signore”[16]. Anche in altri passi della Scrittura la preghiera è considerata in indissolubile rapporto con tutte le virtù, come la loro regina; esse si muovono al suo seguito ed essa le trascina dietro a sé, oppure, immagine ancor più bella, è considerata il loro fiore odoroso. Come crescono prima le radici, poi il tronco ed i rami, quindi le foglie ed infine il fiore che sboccia ed attira a sé gli sguardi, così anche la preghiera, perché possa fiorire nell’anima, deve esser preceduta ed accompagnata da buone disposizioni spirituali e da una serie di impegni, che sono la fede, la quale corrisponde alle radici, l’amore attivo a cui possono paragonarsi il tronco ed i rami ed infine l’ascesi fisica e spirituale, a cui nella pianta corrispondono le foglie. Quando nell’anima è stato piantato un albero così santo, sboccerà in esso, di mattina o di sera o durante la giornata, secondo le sue caratteristiche, il fiore della preghiera riempirà di profumo tutto il nostro regno interiore.
Richiamo alla vostra mente questi pensieri, perché qualcuno di voi non pensi che basta impegnarsi nella preghiera. No, è necessario prendersi cura di tutto, cioè pregare e progredire in ogni virtù. È perfettamente vero che non si può progredire nelle virtù senza la preghiera, ma dobbiamo impegnarci nelle virtù anche durante la preghiera, perché questa possa offrirci in qualche modo il suo aiuto. Ed anche per progredire nella preghiera dobbiamo pregare, ma dobbiamo impegnarci in quest’ultima, così come nell’ambito della virtù.
Dobbiamo preoccuparci di tutto ed in tutto essere precisi. A questo riguardo si può fare un paragone con l’orologio. Quando quest’ultimo funziona con precisione ed indica il tempo esatto? Allorché in esso ogni ruota ed ogni altra parte è intatta e sta al suo posto ed è in connessione con le altre parti. Lo stesso si può ripetere del meccanismo interiore, dell’anima. Lo spirito, come una lancetta, è in direzione esatta, cioè è rivolto direttamente a Dio, quando tutte le altre parti dell’anima sono intatte ed in ordine e, per cosi dire, sono dotate della virtù, che è loro propria.
Di quali virtù sia necessario circondare la preghiera, cioè quale vita di preghiera e virtù debba istaurare in sé il Cristiano, vi dimostrerò non con le mie parole, ma con quelle di San Demetrio di Rostóv, che ne tratta in breve nella seguente catechesi.
Vi prego di seguire con attenzione:
1. Appena ti svegli, il tuo primo pensiero sia rivolto a Dio, la prima parola sia la preghiera al Signore, che ti ha creato e ti conserva in vita, che può sempre dare la morte e la vita, distruggere e guarire, salvare e rovinare.
2. Prostrati davanti a Dio e ringrazialo che ti ha svegliato dal sonno e non ti ha portato alla rovina a causa dei tuoi peccati, ma aspetta con pazienza la tua conversione.
3. Inizia una vita migliore dicendo con il salmista: “Ed è cosi che dico: io comincio con gli anni, con i giorni dell’Altissimo”[17]. Nessuno percorre bene il cammino verso il cielo se non colui che comincia bene ogni giorno.
4. A cominciare dal mattino, sii nella preghiera un Serafino, nelle tue opere un Cherubino, nel modo di comportarti un Angelo.
5. Non perdere inutilmente il tuo tempo, ma dedicalo alle opere buone necessarie.
6. In tutte le azioni, parole e pensieri tieni rivolta la mente a Dio; non segnare nella tua mente altro che il Cristo e che nessuna immagine venga a contatto con il cuore puro all’infuori di quella purissima di Cristo Dio e Salvatore.
7. Risveglia in te con ogni mezzo l’amore per il Signore, nei limiti che puoi, ripetendo particolarmente nel tuo intimo queste parole del Salmista: “Mentre medito si accende in me un fuoco”[18].
8. Rivolgi sempre il tuo sguardo interiore alla presenza di Dio, che tu hai deciso di amare incessantemente, per cui tienti lontano da ogni cattiva azione, parola o pensiero. Perciò agisci, parla e pensa sempre onestamente, umilmente e con timore filiale.
9. Siano sempre unite la mansuetudine con la lode e l’umiltà con l’onestà.
10. La tua parola sia sempre calma, umile, onesta ed utile: che il silenzio giudichi le parole che hai da pronunciare. Che non esca mai dalla tua bocca una parola vuota e corrotta.
11. Se ti capita di ridere, limitati al sorriso e per di più non spesso.
12. Guardati dall’ira, dallo sdegno e dagli alterchi; frenati nell’ira.
13. Sii sempre moderato nel mangiare e nel bere.
14. Sii sempre accondiscendente e Dio ti renderà beato, come pure gli uomini ti loderanno.
15. La morte è la fine di tutto e prega sempre per essa.
Vedete quale splendida vita viene additata ad un Cristiano dedito alla preghiera! È vero che queste norme vertono in gran parte sulla preghiera, cioè sulla conversazione con Dio per mezzo dello spirito e del cuore, ma vi sono indicate anche varie virtù ed esse sono tali che, senza di loro, non può sussistere la preghiera. Tutto ciò ognuno prova ed apprende concretamente, purché si eserciti nella preghiera in modo conveniente. Come puoi pregare, quando sei oppresso dall’incontinenza oppure sei sconvolto dall’ira e dal dispetto, o non sei in pace con qualcuno, o infine sei in preda a preoccupazione o alla distrazione? Se non ci troviamo soggetti a questi difetti, necessariamente siamo in quella opposta, cioè nella virtù. Perciò San Giovanni Climaco afferma cha la preghiera è madre e figlia della virtù.
A queste parole qualcuno penserà: “Si esige troppo! È un peso oppressivo! Dove troveremo le forze ed il tempo per questo sforzo?”. Ma abbiate coraggio, fratelli, poiché c’è bisogno di poco e anzi basta una sola cosa: lo zelo per il Signore e per la salvezza dell’anima in Lui. L’anima, per natura sua, ha molti pregi, che però sono guastati da ogni genere di difetti. Appena nell’anima sorge il desiderio di salvarsi e di compiacere a Dio, quanto di positivo c’è in essa si raccoglie attorno a questo desiderio ed in essa subito si manifesta non poco bene. Poi lo zelo, rafforzato dalla grazia di Dio, con l’aiuto di questo bene iniziale, comincerà ad acquistare ogni altro bene ed arricchirsene e tutto comincerà a crescere a poco a poco. Lo zelo ha già in sé anche il virgulto della preghiera. Dapprima essa si nutre della bontà naturale, ma poi comincerà a nutrirsi della bontà conquistata con la fatica, prenderà a svilupparsi ed a consolidarsi, crescerà e comincerà a cantare ed a celebrare nel cuore il Signore con una preghiera armoniosa e complessa.
Che il Signore vi aiuti a riuscire in quest’opera. Amìn.
20 dicembre 1864
Da “Quaderni dell’Ortodossia”, Roma 1974, 26-46