sexta-feira, 22 de março de 2013

Pregare col cuore



Maso di Banco, sant' Antonio con libro, sec. XIVUn'idea fondamentale vibra nei Sermones antoniani, ed è il senso della vita polarizzata in Dio a cui tutto deve far capo. L’orientamento di tutto a Dio per Antonio ha un solo nome: "orazione".

Tutto porta il denominatore comune di "preghiera", pur nella varietà della natura del movimento ascensionale verso Dio o del suo grado di perfezione.

Non c'è pagina degli scritti antoniani dalla quale non affiorino il senso e il gusto della preghiera e la capacità di pregare. Il santo prega per "dovere", ma sempre per convinzione e necessità spontanea.

Discepolo di Agostino, il dottore della grazia, Antonio pratica per primo quanto insegna, e non cessa di domandare a ogni momento, persino nell'atto stesso della predicazione, l'aiuto misericordioso del Signore.

A. Trebbi, San Francesco incarica a sant'Antonio di insegnare teologia ai frati, 1999Per il santo la preghiera è anzitutto un rapporto di amore, che crea un'intima unione (oratio est hominis Deo adhaerentis affectio) con la persona amata (cioè tra Dio e l'uomo), e spinge poi a colloquiare dolcemente con lei (familiaris quaedam et pia allocutio) provocando una gioia ineffabile, mentre fasci di luce avvolgono soavemente l'anima che prega. Per il suo temperamento bisognoso di effondersi in ciò che egli ama, Antonio è uno spirito nativamente orante.
La preghiera per lui è un moto soprattutto del cuore che, impregnando di calore la mente, converte l'incontro con Dio in un colloquio di amore.

Il primato del cuore

La preghiera con Dio esige la presenza di tutte le facoltà dell'anima. Il primato però rimane sempre del cuore. Così, alla definizione corrente, Antonio preferisce l'idea di preghiera come "elevazione del cuore" (cor ad sublimia investiganda attollere); ma non trascura la comprensione della mente (investiganda), illuminatrice del cuore nel suo itinerario verso Dio.
Le fasi della preghiera
Illustrando il testo paolino di 1 Timoteo 2,1: "Ti raccomando, dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti", Antonio distingue quattro fasi nella preghiera: l'obsecratio, l'oratio, la postulatio, la gratiarum actio.
  • L'obsecratio rappresenta la prima fase della preghiera. Essa esprime i sentimenti dell'anima che vuol propiziarsi Dio
  • La seconda fase, l’oratio è il momento del contatto affettuoso con Dio.
  • Entrata in fase di confidenza, l'anima trova agevole il terzo momento, quello della postulatio, della domanda. Antonio tiene a precisare che il raggio della richiesta trascende le cose della terra, poiché si estende allo stesso Infinito, oggetto supremo di ogni desiderio. "Chiedere Dio a Dio", questa è, per ordine di dignità, la prima delle domande che dovrebbe stare alla base di ogni domanda. Qui il santo, effondendo ancora una volta il suo animo, sottolinea il cristocentrismo della sua preghiera, che è un aspetto di quel cristocentrismo spirituale tanto evidente nei suoi scritti e da lui condensato in un'espressione pregna di senso: Cristo ci è stato dato dal Padre perché "viventi per lui, lo amassimo; senza di lui il vivere è morire".
  • L'ultima fase della preghiera è la gratiarum actio, la lode. Una lode che non viene mai meno, poiché s'identifica con la stessa carità e con l'orazione senza interruzione, quale canto perenne di gratitudine che sale dalla stessa vita dell'anima beneficata.
Testo di Antonio Giuseppe Nocilli, adattato da p. Paolo Floretta

FONTE